L’iniziativa “Gusto&Arte” affianca l’Arte alla proposta gastronomica creando un binomio che in originale armonia concilia i propri spazi in un ambiente non canonicamente reputato ad accogliere opere ed artisti.
È così che la macelleria nel pieno esercizio delle sue funzioni commerciali, ma non solo, inizia a convivere con i messaggeri dell’arte.
Maestri locali del Friuli Venezia Giulia che prima di ogni dove, hanno conosciuto ospitalità e piena accoglienza in gallerie ed esposizioni di respiro internazionale. La contemporaneità del nostro vivere in un tempo storico nel quale la fruizione dell’arte, in uso e abuso della parola, è anch’essa sistematicamente globalizzata negli accademici spazi di esposizione, richiede oggi un’attenzione diversa. Seppur importanti risultino gli sforzi delle Soprintendenze e delle Amministrazioni locali di favorire la fruizione dell’arte attraverso mille e più strategie di “cattura” del pubblico, oggi l’arte è richiamata, contro ogni regola, ad entrare nei nostri spazi, nella nostra quotidianità, nel nostro vivere comune. Nulla lede che, in ogni sua forma e tecnica, il linguaggio di espressione figurativo si mostri in uno spazio estraneo alla regola. Non è lo spazio che l’accoglie che rende merito all’opera e la rende tale; l’ambiente storicamente e dottrinalmente reputato ad essere il migliore, spesso nei lunghi corridoi e nelle ampie sale di cui si compone, tralascia il vero senso della pittura per il semplice fatto di aver raggiunto nella mente e nello spazio del fruitore il livello di saturazione tra il significante ed il significato.
L’arte non occupa solo una parete, non invade uno spazio. L’arte esiste, c’è e nutre sempre e comunque chi la osserva e chi la vive nel profondo delle proprie emozioni. È per questo che la macelleria non può essere ritenuta per principio iniziale, uno spazio off limits. Anzi, esso si rende vetrina e punto di ascolto di un’altra arte, quella figurativa, che di qui in avanti affiancherà l’abilità del sapere gastronomico, la proposta e il bello del gusto.
Ovunque possa trovarsi, bello o brutto che risulti al nostro senso estetico la sua percezione, l’arte comunica ed è carica di un messaggio rivolto a chi porrà, ogni nuova volta, il proprio sguardo su quelle forme, su quei colori e su quelle superfici.
E poi…oltre agli spazi dell’arte…
Il Gusto e l’Arte sono accomunati dai Sensi. Così come nel piacere del cibo incontriamo la vista, l’olfatto, il gusto ed il tatto, così nell’arte visiva incontriamo l’osservazione, il tatto (mediante il con-tatto con la superficie) ed anche l’udito se facciamo in modo che il nostro sentire non giunga solo esclusivamente tramite l’orecchio, ma anche attraverso il canale uditivo delle emozioni. Metaforicamente anche olfatto e gusto si affacciano all’arte e questo avviene quando quello che osserviamo si connota per stile rappresentativo alla pura realtà di ciò che ci circonda. Pensate al profumo della natura che giunge attraverso la rappresentazione figurativa di ogni suo componente o al sapore del gusto del cibo quando questo viene dipinto rispettando la concreta e materica realtà (al riguardo indimenticabile resta il genere della natura morta che ha percorso la storia dell’arte e che si è maggiormente sviluppato nel XVII secolo).
Alla stregua di una gustosa pietanza, spesso definiamo “buono” un bel dipinto, preparandoci a “mangiarlo con gli occhi” quando la sua bellezza richiede tutta la nostra attenzione.
Il pittore Anton Raphael Mengs scrisse che “Il gusto della pittura può essere, come quello della gola, assuefatto bene o male, poiché l’occhio si avvezza come la lingua. Bevande o cibi forti rovinano il gusto, ma cibi leggeri conservano il delicato senso della lingua. Così è nella pittura: cose esagerate o sovraccariche rovinano il gusto dell’arte”.
Il legame fra l’arte culinaria e le arti figurative è molto più stretto di quanto si possa immaginare. Si tratta di una relazione secolare che affonda le sue radici nella tradizione classica del fare pittura. Basti sfogliare “Il Libro dell’Arte” di Cennino Cennini per rendersi conto di quanto cuochi e pittori facessero uso delle stesse materie prime e di analoghi strumenti per raggiungere il proprio scopo. Il libro, composto dal Cennini alla fine del XIV secolo, tramanda tecniche e ricette di lavorazione. Dallo zafferano si estraeva il colorante giallo e il ginepro dalla cui resina si produceva una vernice liquida adatta a rendere brillanti i colori; la carbonella, invece, non solo era impiegata per cuocere carni o pesce, come ben sapevano i cuochi, ma era anche indispensabile per ottenere carboncini da disegno o per preparare pigmenti neri per inchiostri. Ma si potrebbe continuare per molto al fine di rendere testimonianza di quanto il mondo dei fornelli e il mondo dei pennelli s’incontrassero anche sul piano della terminologia sin dall’antichità.
“Gusto&Arte” è l’iniziativa che porta nella quotidianità, in ogni suo aspetto, i maestri della pittura dei nostri territori. Maestri che, fuori da ogni conformismo, hanno condiviso questo progetto avanguardista scegliendo di esporre piccole sezioni del proprio operato al fine di consentire al pubblico fruitore di godere della Bellezza del Bello dell’Arte e del suo Gusto anche in … Macelleria. Angelo Toppazzini, Giulio Belluz, Giuseppe Onesti e Loris Cordenos hanno apportato il valore aggiunto della poetica e dello stile che individualmente connota il loro messaggio d’Arte. Maestria nella conoscenza di tecniche e materiali, sperimentazioni, storia locale, elaborazione fotografica della realtà, natura, astrazione ed espressione si incontrano nell’esperienza di “Gusto&Arte”, un percorso volto a lasciare il segno quanto per la scelta dell’inusuale location quanto per l’eccellenza degli artisti che ha visto coinvolti.
Quando avremmo imparato ad osservare e contemplare lo spazio più vicino che ci circonda, a porre attenzione visiva ed intellettuale negli spazi più comuni del vivere, allora ci saremmo fatti fautori di una nuova eredità per il futuro: il rispetto e la tutela della Bellezza in qualsiasi spazio essa trovi ospitalità, a discapito di qualsiasi etichetta accademica che ne voglia bandire la fruibilità. Le emozioni dell’arte, in quanto illimitate, non si predispongono in confini dimensionali di tempo e spazio e vibrano all’unisono solo quando ci ritroviamo individualmente a dialogare con l’opera che è dinanzi a noi.
in collaborazione con Macelleria Vicenzutto, Fiume Veneto (PN)
artisti Angelo Topazzini, Giulio Belluz, Giuseppe Onesti, Loris Cordenos