“Sono come il mare prima della tempesta …
spesso i miei sogni s’infrangono contro i miei stessi limiti, forse per questo la mia anima non trova mai pace.”
Eugenio Bonaldo rivisita dapprima, nella sua esperienza pittorica, l’opera del maestro Giuseppe Gambino. Ripercorre Venezia, i suoi scorci e le sue angolazioni, la sua luce e le sue ombre. Come nella realtà, così nella pittura di Gambino prima e di Bonaldo poi, i palazzi veneziani continuano ad affiorare dalla profonda laguna mantenendo costante l’autenticità del paesaggio.
Il percorso di Eugenio Bonaldo si snoda tra la ricerca di un rigore architettonico e un forte istinto emotivo caricato dalla densità della forza colore. L’attenta rivisitazione delle opere del maestro Gambino viene ripresa con rispetto e attenzione devozionale. Dell’artista siciliano, ma veneto d’adozione, Bonaldo riprende la sintesi architettonica e le calde ed intense tonalità cromatiche. Le vedute scorciate di Venezia, uniche e mai identiche, sono accomunate da un cromatismo terroso che corre lungo quasi tutte le angolazioni veneziane. Per la stesura del colore Bonaldo sceglie di non mantenere l’aderenza alla superficie. Solleva dal supporto la materia cromatica e dona corposità al soggetto avvalendosi di una sapiente base di colore; poi, innalza gli edifici costruendo luci ed ombre con nuovi toni per ottenere un complessivo effetto volumetrico di scena e d’immediata suggestione. Bonaldo attraversa nel suo percorso artistico una prima e sapiente fase di ripresa costruttiva, ma questa è solo un coscienzioso passaggio di studio finalizzato all’ottenimento di una rielaborazione della forma quasi postimpressionista.
In una fase successiva della sua esperienza artistica, l’artista sperimenta le soluzioni paesaggistiche più naturali; riprende la testimonianza impressionista e riparte….Riparte dedicandosi all’emozione della pittura en plein air. Come un pittore impressionista, Bonaldo si pone dietro lo spazio “Natura” e segna tratti a pennello ad impatto emozionale. La ripresa del paesaggio libera in poco tempo la sua anima pittorica per cogliere un impatto visivo di estrema sintesi fotografica. Se riprendesse, come Monet, la stessa inquadratura per più e più volte, si otterrebbe senza ombra di perplessità, una sequenza mutevole del soggetto per luce e ombra. In questa sezione l’artista si allontana dalla forza istintiva cromatica per abbandonarsi alla quiete armonia della natura; quella stessa natura che domina l’uomo, che non necessita di varianti e che ad egli concede il solo privilegio di essere ripresa nella mutevolezza che autonomamente determina.
Eugenio Bonaldo nasce a Mirano (VE) nel 1945 ed ora risiede e opera a Tiezzo di Azzano Decimo (PN). Autodidatta viene influenzato alla vita artistica dai pittori Vedova, Boldrin, Guidi, Novati e Gambino. Nel ’66 è impiegato in un’azienda pubblicitaria, nel ’68 vince il premio della critica in concorso all’Università Popolare di Mestre; nell”87 vince il Primo Premio di disegno al Concorso promosso dall’associazione Provinciale Artigiani di Mestre. Per la chiesa di Tiezzo ad Azzano Decimo (PN) realizza una Madonna.
Foto: Ponte dei sospiri, olio si tela